venerdì 27 maggio 2011

Adamo e Eva

Nel libro della Genesi Mosè riferisce che Elohim (dio) plasmò l'uomo a sua immagine e somiglianza: “e disse Elohim: “facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza… e forgiò Elohim l'uomo a sua immagine, a immagine di Elohim lo forgiò, maschio e femmina li forgiò. Benedisse loro Elohim e disse: “congiuntevi e moltiplicatevi…” (Ge 1, 26-28). In seguito Elohim, esattamente nel versetto quattro del secondo capitolo, prende il nome anche di Yahwèh, e egli plasma l’uomo attraverso la grezza materia della terra: “e Adonai (Yahwèh) Elohim plasmò l'uomo con la polvere della terra e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente” (Ge 2,7). Egli realizzò l’uomo mediante l’intervento dell’elemento Terra, che in ebraico guarda caso si scrive “adamah”. “Adamah” è la “terra” sia intesa come “elemento” che come “materia”, nonché “umanità”. Questo esprime il concetto che l’uomo è figlio della Terra, per cui Mosè riteneva che il pianeta fosse la nostra Madre, nozione ben conosciuta dall’uomo durante il periodo neolitico. Nel neolitico il culto della dea Madre era il fondamento della società. In seguito il profeta narra che: “e Adonai Elohim fece scendere un coma sull'uomo che si assopì, tolse a lui una parte e rammendò la sua carne al suo posto. E Adonai Elohim modellò con quella parte, che aveva tolto all'uomo, una donna…” (Ge 2,21-22). In questo passo l’uomo non è più “adam”, ma diviene “ish”, e la donna “ishah”, cambiano i nomi proprio come avviene spesso nel testo per la figura dell’Onnipotente. La donna verrà chiamata “Khavvah”, che possiede come radice di “vivente”, “khay”: “poiché essa fu madre di tutti i viventi” (Ge 3,20). Adamo ed Eva sono la coppia alchemica, quella di cui parla Socrate nel “Simposio” di Platone, rammentando il pensiero di Aristofane, che vi erano tre forme di vita umane: una maschio, una femmina, e una androgina che le univa tutte e due. Quest’ultima era potente e Zeus fece il modo di dividerla per annientare la sua forza, in quanto questa creatura si era fatta spavalda e competeva con dio.
di: Paolo Rinaldini
foto di Paolo Rinaldini (S.M. del Carmine)