Nell'ebraismo il numero divino corrisponde all’8, l’Infinito. Secondo la Ghematria il risultato della somma dei numeri che compongono il nome YHWH (definito in greco il tetragrammon) dà per risultato 8, numero che da sempre ha contraddistinto il senso di inesauribile e movimento perenne. La Ghemetria è una “scienza” che esamina la lingua ebraica attraverso i numeri, poiché a ogni lettera di tale alfabeto viene collegato un numero. Studiando il nome del Signore, YHWH, emerge che è composto da una “Yod”, due “Hei” e una “Vau”, che numericamente equivalgono a: 10 (Y), 5 (H) e 6 (W). La loro somma dà 26 (10 + 5 + 6 + 5 = 26); tuttavia in Ghematria il risultato viene fuso ancora in una nuova somma, dalla quale emerge il numero 8 (2 + 6 = 8). Le lettere ebraiche non soltanto possiedono un corrispettivo numerico, ma addirittura simbolico, difatti alla “Yod” è legata l’immagine della “mano divina”, alla “Hei” la “finestra”, alla “Vau” il “chiodo”. Quindi potremmo leggervi: “la Mano divina ha aperto la Finestra del cosmo, impiantato il suo Chiodo lasciando la Finestra aperta”. Questo passo poetico equivale a una metafora della Genesi, e in esso si racchiude e cela un significato essenziale legato al “Mulino Divino”, quello che generalmente viene definito "vortice cosmico", che altri non è che “l’entrare e uscire” dal materico da parte delle anime, incessantemente. Il punto di incontrio della linea, ove si forma l’ipotetico otto, l’Infinito, è la “finestra” dove viene impresso il “chiodo” dalla “mano”. Il numero 8 in Ghematria corrisponde alla “Cheth” (Ch), il “cancello”. YHWH per cui diviene il “cancello” da oltrepassare per giungere da una dimensione all’altra, dal materico all'etereo, e viceversa!
Sul Simbolo Infinto mi soffermo più volte nella mia opera Giona, come una Colomba nella pancia di una Balena, poichè ritengo che sia un segno che contraddistingue l'essenza imperitura della nostra esistenza.
Di: Paolo Rinaldini