Sturluson Snorri, a cui dobbiamo la straordinaria raccolta dal titolo l’ “Edda”, ci narra le leggende finniche di guerre tra giganti e Dei, e dalla nordica teogonia appare più di un Diluvio, lo stesso in Grecia. Il Diluvio più conosciuto è quello di Deucalione, ma non è l’unico infatti vi sono anche quelli di Fetonte, di Foroneo, e non meno impartanti, ma di cui non tratterò, di Cadmo, e quello Ogigio. Il “Diluvio Foroneo” prende il nome, come gli altri, dal suo protagonista, in questo caso Foroneo, figlio di Inaco, e della Ninfa Melia, e fratello di Io. Melia, era una Ninfa del frassino, albero che merita un approfondimento. Esso viene accreditato come l’albero sacro, per i popoli nordici, Yggdrasil il frassino che sorregge i tre mondi, quello eterico dal materiale, il cielo dalla terra. Le Norme, Urd, Skuld, e Verdandi, sono le tre ancelle divine al servizio del fato, che hanno l’obbligo di tenere in vita l’albero. Mansione assai ardua dato che esso sorregge con le sue fronde l’Asgard, il regno degli Dei, il cielo, con il suo busto il Midgard, la terra di mezzo, la materia, ed infine con le sue radici il mondo nascosto all’uomo, il sottosuolo. Il mondo inferiore o non visibile, è suddiviso anch’esso in tre parti, l’Aesir, una specie di Ade, una via di mezzo tra l’aldilà egizio e un Olimpo sotterraneo, ove gli Dei confabulano ed emettono giudizi. Poi abbiamo il gelido reame dei giganti, una sorta di Tartaro finnico, ove sono relegate le mastodontiche divinità in seguito al primo diluvio nordico causato dallo incessante sanguinare del gigante Ymir, non a caso il Tartaro era la prigione dei Titani. Ed infine la terra dei morti, Hel, da cui deriva la parola Inferno in inglese, Hell. Le Norme non sono altro che lo specchio delle Parche latine e le Moire greche, che tessevano l’umano destino, figlie di Nxy, la Notte, che secondo gli orfici ha avuto un ruolo essenziale nella Γένεσις, Creazione. Tornando a Foroneo, che i greco significa “colui a cui viene assegnato un valore”, primo uomo a cui viene attribuitala la fondazione di una città-mercato, secondo Graves, egli fu il primo uomo dopo un Diluvio, ed alla sua morte lasciò tre figli, che si divisero il Peloponneso, Pelago, Iaso, e Agenore. Segnalo che Noè ebbe tre figli, Cam, Sem, e Jafet. Il termine Pelasgi viene utilizzato per indicare le popolazioni pre-elleniche, perché non autoctone. I greci che studiamo con tanta passione nei tomi scolastici e che erano, e sono tutt’ora, sinonimo di Filosofia e Letteratura, non avevano radici indigene, ma provenivano da antiche migrazioni, dei veri e propri “immigrati”, stanziatisi nel Sud dell’Europa non senza macabre conseguenze. A Foroneo dobbiamo la scoperta del fuoco, che venne sottratto agli Dei da Prometeo. Probabilmente è il Diluvio più antico, precedente a quello di Fetonte che certamente è il più insolito, poiché invece della universale acqua, troviamo l’inaspettato fuoco.
(Questo è parte del nuovo articolo che sarà pubblicato nel Periodico Lunare "Spirito Libero" di Dicembre. A tutti buona lettura!)
Di: Paolo Rinaldini
Foto: Paolo Rinaldini
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