giovedì 16 giugno 2011

Cosa hanno in comune i miti e le leggende dei greci, dei romani, degli egizi, degli indiani, dei nordici, e degli ebrei?

I miti e le leggende si basano sul Pantheon delle divinità, di norma dodici, capitanati da un Signore supremo definito il “padre degli dei”. Per la cultura norrena questo compito spetta ad Allfördhr, “padre degli dei”, Odino, per i greci a Zeus, per i romani a Juppiter, per gli egizi a Ptha, per gli ebrei a Yahweh. Le caratteristiche degli dei sono identiche in tutti paesi, i miti e le leggendo che si susseguono nel globo sono simili, alle volte mutano unicamente i nomi dei protagonisti! Indra è il dio dei fulmini indiano, stessa carica la svolge Thor per gli iperborei, Zeus per i greci, Juppiter per i romani, Baal per i fenici, Hùracan per i Maya. La dea della bellezza e dell’amore è incarnata da Afrodite, ma ella è soltanto una delle tante, ricordo Venere dei latini, Inanna per gli assiri, Ishtar per i sumeri, Freyia per i norreni, Astante dei fenici, e posseggono tutte medesime prerogative! Il Mercurio latino è l’alter ego dell’Hermes greco, che a sua volta lo è dell’Hermete egizio, che ricorda il sapiente Thot. In Egitto Ptha è legato a Enki, che essendo dio dell’acqua ha relazioni con Poseidone, il Nettuno latino, lo stesso vale per Khnum, divinità solare che viene identificata con l’Apollo greco, lo Shamash sumero, e l’Utu babilonese. Il sole in quanto divinità femminile non è come si pensi una caratteristica iperborea, ove ritroviamo la splendida Sol, alla guida del carro solare, ma anche orientale, Amaterasu rivesta la medesima mansione in Giappone. Anche le leggende si rincorrono, quella legata a Gilgmesh ha molto in comune con altre partorite in periodi differenti in paesi lontani. In Grecia le fatiche di Ercole, dodici per la precisione, ricordano l’epopea del sovrano di Uruk, e il racconto dell’uccisione di Osiride ricalca la guerra tra Asi e Vani nel regno del nord, tra gli dei ed i titani in Grecia, e le guerre descritte nel Bhagavad-Gita in India. Ricordo che Seth, fratello e uccisore di Osiride, asserisce Plutarco essere il Tifone dei greci, ed aggiunge degli etruschi, e il serpente del Midhgardr narrato nel “Völuspà”. Ciò evidenzia che vi è una radice comune tra i vari miti e le innumerevoli leggende, non notate?
Di: Paolo Rinaldini

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