mercoledì 15 maggio 2013

LA POLITICA RELIGIOSA IMPERIALE ROMANA di COSTANTINO (il Chirò)


Costantino I 306 - 337 
Flavius Valerius Constantinus, figlio del generale illirico Costanzo Cloro e dell'ostessa Elena, sposatosi con Fausta (figlia di Massimiano) nel 307
Naissum (Nish in Serbia) 27 Febbraio 271/272/273 
Per quanto concerne la figura di Costantino, le ombre sul suo credo religioso vigono ancora oggi e vegliano nel mistero. Nella famosa battaglia di Ponte Milvio, contro le armate di Massenzio, egli fece imprimere sugli scudi dei suoi soldati un simbolo di cui ancora oggi se ne serbe il ricordo: le lettere greche X e P che formano il cosiddetto chirò. La scelta dette e ha dato adito a molte congetture tra le quali quella che vuole che il simbolo X concili il culto del Sole (Il Sole Invictus, voluto da Aureliano come prima religione monoteistica di Stato), di cui gran parte dei soldati, soprattutto quelli che presidiavano le aree orientali, con il culto dei sempre più numerosi cristiani attraverso il monogramma del Cristo: P. L'imperatore aveva intuito che il culto del Sole stava giungendo al suo tramonto, mentre quello del Cristo era ai suoi albori. In particolare, i cristiani erano un gruppo di fedeli, per così dire, ben organizzati e magistralmente disciplinati grazie alla politca svolta dalla loro salda e incontestabile piramide ecclesiastica. Indi, egli fece il modo di integrante nell'Impero tale sistema per utilizzarlo a suo vantaggio per controllare capillarmente la struttura gerarchica dell'intero suo regno, che andava dal Medio Oriente alla Spagna. Consapevole che la cristianità era suddivisa in molteplici sette si convinse che la Chiesa dovesse essere una sola e unita, in questo modo essa sarebbe stata un legante per l'Impero, un punto di riferimento e unione che avrebbe visto Costantino stesso come vertice della piramide sociale e politica dell'Impero, nonché religiosa, ossia il vero collante della politca sociale. In questo modo egli riuscì, come si sul dire in gergo, "prendere due piccioni con una fava", mantenendo il paganesimo e liberalizzando il culto cristiano, sempre più potente e numeroso di proseliti al suo seguito. Così nel simbolo del chirò egli riuscì a unire le due principali religioni dell'Impero. Tuttavia la Chiesa Cristiana necessitava di coesione, in quanto vi erano formalità religiose che dividevano profondamente e visibilemnte le varie e numerose comunità cristiane dell'epoca. Per questo Costantino volle intervire in maniera netta e decisiva sulle questioni della Chiesa, allora ricca di scissioni e divisioni, direttamente sulle questioni teologiche attraverso il Concilio di Nicea avvenuto a cavallo tra il Maggio/Giugno del 325. Egli era dell’idea che in seguito le suddivisioni e gli scismi all'interno della Chiesa avrebbero demolito l’Impero stesso, quindi intervenne personalmente nelle politiche della Chiesa, proprio attraverso il Concilio di Nicea, apertosi alla fine della primavera del 325 d.C., periodo ove trova posto astrologicamente i Gemelli. Dal Concilio emerse la definitiva struttura della Chiesa a livello gerarchico e teologico, e apparve per la prima volta la censura che tanto contraddistinguerà la Chiesa negli anni. Vennero anche decisi definitivamente i manoscritti da seguire come linea i Vangeli (poi definiti gnostici, vennero separati da quelli apocrifi, ossia "non autentici"). Quelli scelti dal Concilio furono quello di: Matteo, Luca, Marco e Giovanni, scartando gli altri. La decisione fu un vero e proprio volere da parte della parte ecclesiastica legata all’Imperatore che tentò di demolire le altre comunità presenti nell’Impero. Per le feste furono indicate le già presenti date pagane, come quella del 25 Dicembre come nascita di Mitra. Il nume persiano nasce il 25 Dicembre del 1300 a.C. in Iran da una vergine, il padre era un Dio, e muore a Pasqua all’età di 33 anni, e risorge dopo tre giorni. Con il Cocilio vennnero condannate gran parte delle frange oltransiste per prendere in misura un'unica e definitiva organizzazione della Chiesa. Da sempre chi controlla il potere spirituale domina anche quello temporale. Egli studiò a fondo le vicende connesse alle questioni dottrinali che frammentavano le varie comunità cristiane, in alcuni casi anche in maniera irreparabile. Tra le varie fedi, importante ricordare, l'abolizione e l'allontanamento dell'arianesimo, allora molto forte soprattutto in oriente. Egli non fece concedere, attraverso il Concilio, privilegi alle chiese scismatiche facendole considerare eretiche. Nonostante le delibere imposte dal Concilio, l'Imperatore divenne un seguace delle dottrine di Ario, a ragione di ciò  in punto di morte egli venne battezzato dal vescovo ariano Eusebio di Nicomedia, 22 Maggio 337.

Di: Paolo Rinaldini 

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