lunedì 16 agosto 2010

i misteri della Ghiandola Pineale. (da Maria di Magdala al "Terzo Occhio")

La nostra ghiandola pineale è senza ombra di dubbio una parte essenziale del nostro corpo, non tanto per i suoi meri compiti quotidiani, quanto per essere un portale tra le dimensioni, nel caso nostro tra la 3° e la 5°, dato che la 4° è soltanto un ponte da attraversare, fatto di tempo. Nella ghiandola pineale avviene, come logico, la metamorfosi ormonale di numerosi input neurali e sensoriali, ricevuti attraverso le nostre sensazioni e percezioni, i cinque sensi, udito, vista, olfatto, tatto, gusto. La melatonina è l’ormone più importante secreto dalla pineale, il suo compito è di agire attraverso l’ipotalamo sul segmento antecedente all’ipofisi. La forma della pineale ricorda una pigna, per ciò è costituita da una spirale logaritmica, come quella descritta da Fibonacci. Per ciò che concerne l’ambito energetico essa è uno dei ricettori che grazie ai sensi e le amigdale accoglie le vibrazioni. Le amigdale hanno collegamenti con le fibre nervose che a loro volta sono uniti ai centri cerebrali, il talamo, passando attraverso la neocorteccia e la corteccia visuale. Le ghiandole hanno dei ricettori che prendono parte alla produzione di neurotrasmettitori, tra i quali più importanti la dopamina, la norepinefrina, la epinefrina e la serotonina. È stato reso noto che vi è un canale preferenziale tra le amigdale (Maria di Magdala) e le emozioni. Viene affermato che le ghiandole forniscono un responso emotivo precedente a quelli dei centri corticali, riuscendo a concepire la circostanza che gli viene proposta. In ambito energetico le amigdale sono dei veri e propri dispositivi di controllo e ricevono le vibrazioni per mezzo dei sensi che si trasformano poi, grazie alle informazioni supportate dalla ghiandola carotidea, in vibrazioni definite intelligenti. Esse sono pure e vengono sviluppate dalla mente e si ripresentano tradotte in quella che noi definiamo realtà. In quel preciso momento si attiva una sincronizzazione quantica e si accende e accede al “Terzo Occhio”.

Foto: Paolo Rinaldini